mercoledì 15 maggio 2013

IL FASCINO DEL DESERTO


Viaggio in Libia ... nella speranza che prima o poi si possa ritornare a visitare un paese così misteriosamente affascinante!

Partiamo con volo diretto per Tripoli e dopo l’incontro con la guida locale ed il cambio di alcuni Euro nella moneta locale, ci imbarchiamo sul volo per Sebha , la capitale del deserto Libico.
Al nostro arrivo gli autisti libici ci attendono fuori dall’aeroporto con le loro Jeep e proseguiamo verso la zona del deserto sabbioso in direzione del campo tendato fisso di Ubari.








Dopo qualche chilometro di strada asfaltata facciamo una sosta ad un distributore di benzina dove gli autisti hanno caricato una trentina di bottiglie d’acqua; è chiaro, il deserto si avvicinava!
L’atmosfera rilassante di questo viaggio ci accoglie e ci sottrae allo stato di tensione causatoci dalla fretta, dai rumori e dall’inquinamento della nostra vita quotidiana per introdurci in un’atmosfera di calma, di silenzio distensivo portandoci al recupero della parte più profonda di noi stessi e al contatto con la natura.

Arrivati al campo tendato di Ubari ormai è buio ma la percezione di essere circondati da un mare di sabbia è forte ed emozionante. Tutte le tende, messe in forma circolare, sono caratteristiche e molto confortevoli. La cena la consumiamo nella tenda madre con un servizio al tavolo molto gradevole e cibo decisamente buono.
Le temperature durante la notte si abbassano molto sfiorando zero gradi, dormiamo ben vestiti ma immersi in un silenzio mai vissuto.
L’indomani, dopo una buona colazione partiamo con le nostre jeep ad esplorare il deserto sabbioso e tutto quello che ci può offrire questa zona incontaminata dagli spazi immensi.



Il deserto, inalienabile realtà di sabbia o rocce lo attraversiamo con evoluzioni mozzafiato dei fuoristrada che scalano i versanti delle dune, sostano in bilico sul crinale e si lanciano nella rapida discesa fino alla sottostante valle sabbiosa. Percorrono queste piste come una carovana una in fila all’altra, solo il nostro autista, si sposta su percorsi alternativi e ci permette di ammirare da lontano la scia che ciascuna auto si lascia sul retro….lui la chiama “farina”. Durante le soste possiamo correre o rotolarci sulla sabbia silenziosa circondata da orizzonti di dune.
I colori cambiano, più dolci, più intensi secondo le ore della giornata , secondo il tipo di sabbia. E’ un paesaggio apparentemente identico che cambia però in continuazione nel contrasto tra l’azzurro del cielo ed il colore ocra, giallo, arancio della sabbia.



E al tramonto, un tramonto di fuoco, quasi di sangue arriviamo al secondo campo tendato quello nel deserto roccioso di Akakus. Anche qui un insieme di tende dagli interni sontuosi, con stoffe che drappeggiano il soffitto in grandi spicchi colorati, proprio come tende che arrivano dall’antichità.
Concludiamo la giornata dopo una buona cena, attorno ad un fuoco, dove accrescono le emozioni della giornata trascorsa sotto la volta del cielo stellato, tanto vicina che sembra sfiorarci.

L’Akakus si impone per l’intensità di forme e di colori, con rocce trasfigurate nei secoli in figure immaginarie. Un susseguirsi di cime rosate, dorate, nere e grigie che alternandosi a vallate sabbiose, si avvicinano e si allontanano mentre l’auto scivola silenziosa lasciando nuvole di sabbia dietro di noi.
I graffiti e le pitture rupestri ci portano indietro nel tempo con racconti di popoli che hanno vissuto intensamente la natura ed hanno cambiato la storia.
Il pranzo è servito e consumato tra un’ immensa roccia ed una meravigliosa duna dove la visione dei primi Tuareg con i loro cammelli bianchi ci ricordano ci ricordano figure di altri tempi, misteriose, celati nei loro ampi e variopinti mantelli.
Il rientro al campo tendato è un modo per racchiudere le sensazioni della giornata.

Il giorno seguente la partenza è in direzione dei laghi. L’acqua nel deserto è un miracolo! I laghi sono come perle che interrompono il susseguirsi delle dune sinuose con attorno sottili corone di vegetazione e ciuffi di palme che si specchiano nell’acqua cristallina. Anche qui il silenzio ed i colori sono i protagonisti di questi incredibili paesaggi.

L’ultimo tramonto è di nuovo ad Ubari e questa volta ce lo godiamo appieno sulla duna più alta che raggiungiamo dopo 15 minuti di cammino ed istintivamente ciascuno di noi si isola per contemplare … l’infinito.
Prima di lasciare il deserto sostiamo a Germa dove, dopo un breve tuffo nell’archeologia del deserto con tracce di fortificazioni, necropoli, mummie, lasciamo le jeep e partiamo alla volta di Tripoli.
I nostri autisti sono stati i nostri angeli custodi, sentimentali compagni di viaggio che esprimono con lo sguardo ed un timido sorriso la commozione di un addio.

Il viaggio in bus per Tripoli è dura circa 15 ore ma forse è servito per rendere più dolce l’impatto con la città dopo giorni di meraviglioso “nulla”.
Tripoli città marinara ormai moderna, conserva un fascino esotico con un centro storico molto antico. Molto bella la moschea, il Suk, antico e tipico mercato arabo, ed il museo .
Nei giorni successivi, soggiorniamo all’hotel più bello Tripoli per non rischiare di stare male, visitiamo Leptis Magna e Sabrata. Città dove le rovine sorgono in riva al mare . Bellissimo il teatro romano, le terme e l’arco. Le guide locali ci raccontano la storia e la morfologia di queste antiche città con entusiasmo e precisione.

Non posso fare a meno di ammettere che questa esperienza in questo paese mi ha lasciato una profonda emozione. Dove la natura e l’arte si fondono creando un immenso museo a cielo aperto, con albe e tramonti su dune, rocce, laghi e luoghi antichi...



Laura

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